I Robinson del Po La nostra Isola che c’è – Isola dei Tre Ponti
Otto giovani si oppongono allo spopolamento puntando sul patrimonio naturalistico Nel Piacentino la loro cooperativa di comunità valorizza l’area di Conca Serafini Mappano i percorsi da fare a piedi o in bici, promuovono eventi, concerti, corsi di cucina «Non possiamo far morire questo gioiello. Vogliamo creare nuova occupazione»
Gli otto Robinson del Po avrebbero potuto andarsene come la maggior parte dei loro coetanei che si sono creati una vita altrove. Lontano da quest’isola della Bassa emiliana, l’unica del Po ad essere abitata, ma che ai giovani non offre opportunità di lavoro se non in agricoltura. A Isola Serafini sono rimasti in 43, la nascita di Sofia, un anno fa, è stato un evento. Il luogo è incantevole: attraversando il ponte da Monticelli d’Ongina, ci si ritrova in un’oasi fuori dal tempo. «Ma si rischia che questo gioiello, ricco di tradizioni e rare specie vegetali e faunistiche, muoia per abbandono». Così Elena Marsiglia (27 anni, architetto ambientale), la sorella Laura (33, ingegnere ambientale), Davide Sesenna (24, dottore in scienze gastronomiche), Celeste Soavi (24, laurea in lettere), Cecilia Castellani (30, dottore in gestione delle risorse umane), Giovanna Rubessi (presidente di una cooperativa sociale d’inserimento lavorativo) e le sorelle Claudia ed Emanuela Cattivelli che da trent’anni gestiscono l’omonima trattoria di famiglia, hanno deciso di unire le competenze per realizzare un progetto che dia nuova vita all’isola e garantisca un futuro sostenibile a chi ha scelto di non abbandonarla.
«Puntiamo – spiegano – sul patrimonio naturalistico che è unico, siamo in un Sic, Sito di interesse comunitario con un habitat fluviale di pregio. Vogliamo farlo conoscere, coinvolgendo il territorio, e creare nuove forme di occupazione per tutti, comprese le persone svantaggiate. La gente di qui ci sostiene e collabora». Gli otto Robinson, ma loro non hanno disegni di fuga dall’isola anzi vogliono restare – «È casa nostra, qui siamo cresciuti» – hanno costituito una cooperativa di comunità centrata su valorizzazione dell’ambiente e promozione turistica. «L’abbiamo chiamata Isola dei 3 Ponti». Il primo è quello della Centrale Idroelettrica che permette di raggiungere Monticelli «e rappresenta la nostra storia». Il secondo è quello della conca di navigazione inaugurata un anno fa, conca che ha sostituito la precedente non più utilizzabile da vent’anni per l’abbassamento dell’alveo. Ora anche navi di grandi dimensione possono arrivare fino all’Adriatico. Costo: 47 milioni di euro, più altri 7 per l’impianto di risalita dei pesci. Il terzo ponte che dà il nome alla cooperativa è virtuale ma non meno importante: «È quello che vuole unire Isola Serafini al resto del mondo». Gli «otto del Po» hanno mappato i percorsi naturalistici da fare a piedi o in bicicletta e stanno pensando a uscite in barca. Organizzano corsi di cucina, eventi culturali, attività alla scoperta del mondo contadino, con- certi, percorsi didattici per le scuole, grest. Immaginano anche attività socioassistenziali per gli anziani. Sono su Facebook e Instagram, a breve saranno online con il sito www.isoladeitreponti.it
Servono infopoint
Un sacco di idee ma fondamentale è farle conoscere. Ecco quindi che entrano in gioco gli infopoint turistici. Uno è al decollo – «Quello sulla sponda lombarda, a Castelnuovo Bocca d’Adda, grazie ai finanziamenti di Fondazione Cariplo e Parco Adda Sud» – per l’altro, quello di Monticelli, sono ancora alla finestra e, dicono, «se non parte rischia di arenarsi la valorizzazione turistica dell’area, che temiamo diventi una cattedrale nel deserto». I tempi, croce e ansia dei nostri Robinson alla rovescia. Dopo il trasferimento di proprietà dell’area dall’Enel alla Regione, che ha richiesto diversi mesi, è annunciato il passaggio di competenza gestionale al Comune di Monticelli, poi si dovranno reperire i fondi per la manutenzione della «scala dei pesci» e per la gestione promozionale e didattico-turistica. Mentre contano le poche barche che attraccano, ritrovano entusiasmo ammirando lo splendido scenario dei fondali attraverso le vetrate subacquee aperte durante i lavori della conca. Qualche giorno fa hanno avvistato il gigante del fiume: lo storione.
Articolo di TIZIANA PISATI tratto da #buonenotizie Corriere della Sera