IGIENE AMBIENTALE: L’ALLEANZA DELLE COOPERATIVE DELL’EMILIA ROMAGNA CHIEDE A HERA DI RISPETTARE I CONTRATTI DI LAVORO SOTTOSCRITTI 

Bologna, 20 Marzo 2017 – Urgente intervenire per arginare questo processo che danneggia la cooperazione sociale e monitorare attentamente ed autorevolmente i processi di costruzione delle gare 

La scelta operata dalla multiservizi HERA di richiedere, in alcuni bandi relativi ai servizi per l’igiene ambientale, l’applicazione di un contratto di lavoro diverso da quello sottoscritto dalla realtà cooperativa risulta socialmente inopportuna, politicamente non adeguata oltre che, forse, anche poco sostenibile sotto il profilo giuridico. È quanto denuncia l’Alleanza delle Cooperative dell’Emilia Romagna, che stigmatizza la pratica ormai diffusa di richiedere a tutti i gestori e ditte appaltatrici, e quindi anche alle coop sociali, l’applicazione del CCNL FISE sottoscritto da Federambiente e da Assoambiente di Confindustria. Le Organizzazioni cooperative sottolineano infatti come le cooperative sociali dispongano già, sin dal 1992, di un loro contratto collettivo nazionale di lavoro che riguarda sia le realtà di servizi sociali, che quelle di inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Un comportamento, quello tenuto dalla multiservizi HERA in Emilia romagna, che possiede profili di illegittimità e che sconfessa il difficile lavoro pluriennale delle parti proprio in queste settimane, quando le Associazioni cooperative e le Organizzazioni Sindacali sono alle prese con il rinnovo del CCNL. Inoltre, è noto che in Emilia Romagna le cooperative sociali di inserimento lavorativo svolgono una parte importante dei servizi di igiene ambientale, per un valore della produzione che supera i 50 milioni di euro. Risulta, pertanto, incomprensibile la presa di posizione della multiservizi e di parte del sindacato tesa ad impedire alla cooperazione sociale operante nel settore l’uso di uno strumento prezioso e riconosciuto dalle stesse forze sindacali in quanto calato appositamente sulle realtà cooperative che, pur inserite nel mercato, hanno come fine prevalente quello sociale.

Secondo l’Alleanza sembra quasi che alla multiservizi e forse a parte del sindacato non interessi offrire un’opportunità di inclusione ed emancipazione e concretizzare i diritti di cittadinanza a favore di persone in condizioni di difficoltà.

Le Associazioni dell’Alleanza delle cooperative italiane ricordano che sono stati prodotti numerosi pareri giuridici favorevoli a questa tesi e che si attende un pronunciamento del TAR su un ricorso in merito da parte di un’impresa del settore.

L’Alleanza considera il CCNL FISE un contratto improprio sia per le disparità operative ed economiche e di trattamento che crea tra i lavoratori operanti nei servizi di igiene ambientale e quelli presenti in altri ambiti produttivi, sia per le difficoltà operative prodotte per le cooperative, che si troverebbero obbligate ad applicare un contratto collettivo differente solo ad una parte dei loro lavoratori. Secondo l’Alleanza delle Cooperative risulta quindi urgente intervenire per arginare questo processo che danneggia la cooperazione sociale e, contemporaneamente, monitorare attentamente i processi di costruzione delle gare per superare la tendenza a porre le cooperative sociali in posizione subordinata rispetto alle altre imprese industriali, confinandola a ruoli di subappalto o a funzioni complementari.